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“Mitahara” la dieta per chi pratica yoga

Mita = misurato Hara = cibo.
Indica la dieta alimentare più idonea alla pratica dello Yoga.
Chi pratica lo Yoga dovrebbe seguire principi dietetici che favoriscono il bilanciamento di alimenti puri e nutrienti, consumati con moderazione.

L’Ayurveda ha sempre destinato grande attenzione e cura al cibo, riconosciuto quale fattore di primaria importanza nel mantenimento e nel ripristino dello stato di equilibrio cioè della salute; scaturita da una profonda e attenta osservazione della Natura.

Colui che mangia in modo sano, padrone di sé e stimato dagli uomini buoni, vive per trentaseimila notti senza malattie.
Caraka Saṃhitā – Sūtrasthāna, cap. XXV, 348

L’atto di nutrirsi è la cosa più importante e vitale per un organismo. Attraverso il cibo definiamo, manteniamo e costruiamo continuamente la nostra forma fisica e mentale, quindi la nostra individualità. Le qualità del cibo andranno ad aumentare o diminuire gli attributi che ci definiscono come individui. È pertanto molto importante osservare la qualità degli alimenti e la modalità con cui ci nutriamo, poiché il cibo non è solo materia, ma tutto quello che viviamo ed assorbiamo attraverso i sensi.
Una nutrizione ottimale e completa deve essere “consapevole” perché attiverà i sensi e preparerà anche i meccanismi digestivi permettendo una digestione ideale. Una scarsa attenzione invece la ostacolerà.


Da tenere presente però che la dieta yogica ha uno scopo diverso dalla dieta ayurvedica perché riflettono gli scopi delle due discipline: l’Ayurveda tende a portare salute ed equilibrio al corpo fisico migliorandolo, lo Yoga tende ad aiutarci a trascendere la coscienza del corpo.
Per questa ragione la dieta yogica prevede digiuno, cibi crudi, dieta leggera, privazioni sensoriali ecc. ma tutti questi fattori tendono ad aggravare Vata e l’Ayurveda pone l’enfasi su cibi cotti, dieta nutriente e protezione dagli elementi per aumentare la forza fisica e prevenire l’accumulo dei disha, soprattutto di Vata.

Cosa dovrebbe mangiare uno yogin?

La prima risposta arriva dalle cinque regole etiche e morali universali, yama, di cui il saggio Patanjali parla nello Yoga Sutra. Questi cinque freni limitano i comportamenti dannosi e distruttivi per lo yogi e per le sue relazioni con gli altri. La prima e più importante è ahimsâ, la nonviolenza. Per rispettare tale principio lo yogi non dovrebbe mangiare animali: carne, pesce, salumi, insetti. Per l’apporto proteico dovrà prediligere le proteine vegetali quindi legumi (fagioli, piselli, ceci, fave, soja, lenticchie etc.) e semi oleosi proteici (mandorle, nocciole, arachidi, anacardi etc.). Potrà scegliere se nutrirsi con latticini provenienti però da allevamenti non intensivi che causano sofferenza agli animali.

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